Tre Pizzi, gli speroni che guardano il mare

L’escursione ai Tre Pizzi, facile per tutti, regala panorami meravigliosi.

Dalla cima lo sguardo scorre sulle pendici dell’Aspromonte, corre lungo le fiumare che solcano il paesaggio con il loro bianco accecante e arrivano al mare della Costa dei Gelsomini, dalla locride fino a Roccella Ionica con il suo castello.

Un paesaggio maestoso che ti fa sentire in cima al mondo.

Siamo sull’Aspromonte, il massiccio continentale più a sud d’Europa. E forse il più sconosciuto d’Italia.

Il suo nome rispecchia quello che è: una catena montuosa aspra e selvaggia, piena di grandi rocce. In realtà sembra che il suo nome significhi monte bianco, dove bianco è la traduzione di aspro, termine grecanico. Siamo infatti in terra grecanica, quella parte di Calabria dove resistono lingua, usi e costumi dei greci di Calabria come nei borghi di Gallicianò e Bova.

Verso lo Ionio, l’Aspromonte si presenta infatti con grandi pareti calcaree spesso nude, senza vegetazione, che alla luce del sole appaiono bianche.

Da secoli viene letteralmente sollevato dai movimenti tellurici che hanno portato alla creazione di speroni e grandi rocce che appaiono come lanciate fuori dalla montagna. Qui c’è anche il monolite più grande d’Europa, Pietra Cappa, che si vede anche dalla cima dei Tre Pizzi.

Le leggende sull’origine della montagna

Legato a questo luogo ci sono anche delle leggende.

Una versione racconta che che Gesù stava passeggiando lungo la fiumara a Principissa insieme ai suoi apostoli. Questi avevano fame, così Gesù gli disse di raccogliere un po’ di pietre per trasformarle in pane. San Pietro avvistò un masso enorme al di là della collina e cercò di trascinarlo fino a Gesù. Riuscì però solo a risalire la collina e, stanchissimo, lo lasciò proprio lì sulla cima.

Un’altra versione più diffusa narra che, mentre Gesù e gli apostoli stavano passeggiando lungo la fiumara, San Pietro iniziò a lamentarsi perché non c’era un monumento dedicato a lui. Allora ebbe un’idea: raccolse una pietra e la lanciò in alto sull’Aspromonte. La pietra diede poi origine all’altura dei Tre Pizzi.

In realtà quello che è conosciuto come Tre Pizzi, si chiama proprio Monte San Pietro, Petra i San Petru in dialetto calabrese.

Forse gli speroni di roccia hanno preso davvero il nome da questa leggenda o forse dal fatto che lì si trova una chiesetta intitolata ai Santi Pietro e Paolo, chiesetta probabilmente del XVII sec. ma su preesistente impianto bizantino. Fino a qualche secolo fa lì arrivavano pellegrini dalle località vicine per la fiera annuale di bestiame in onore di San Pietro.

Il Monte Tre Pizzi, chiamato così per la sua forma a tre punte, ha un’altezza modesta, appena 705 metri, ma offre un panorama grandioso e, da lassù, si ha la sensazione di essere molto più in alto.

Sulla sinistra si vede il piccolo borgo di Antonimina, circondato dal verde dei boschi.

Antonimina vista dai Tre Pizzi

Poi compare Gerace, il borgo arroccato su uno sperone di roccia.

Gerace dal Monte Tre Pizzi

Oltre Gerace, lo sguardo arriva fino al castello di Roccella e volgendosi verso destra si segue invece tutto il litorale della Costa dei Gelsomini fino ad arrivare a Capo Zeffirio.

Dai Tre Pizzi

Il sentiero per arrivare a tratti sale un po’, ma può essere percorso anche dai meno allenati. Si procede prima in un bosco di lecci, poi fra corbezzoli e grandi cespugli di erica. Alcuni diventati più alberi che arbusti. Poi la vegetazione diventa più bassa. Ci sono mirto, ginestra e lentisco.

Un’escursione facile che regala però grandi soddisfazioni!

Come arrivare al Monte Tre Pizzi

Qui vi descrivo il modo più veloce di arrivare ai Tre Pizzi. Recatevi in auto fino a Ciminà (RC), prendete poi le indicazioni per la Strada Provinciale SP36 e Piano di Moleti. Dopo circa 3,7 Km, percorribili in 10 minuti, troverete uno spiazzo dove lasciare l’auto. Poco dopo, nei pressi di un’edicola votiva, c’è il sentiero 213 segnalato dai cartelli del CAI. Da lì occorrono circa 2 ore per l’andata e ritorno. Facile.

Se si desidera camminare di più si può partire da Piano di Moleti percorrendo sempre il sentiero CAI213. Passerete così anche dalle Cascate Caccamelle. In questo caso il percorso andata e ritorno da Moleti ai Tre Pizzi richiede circa 5 ore e percorrerete in totale 8 Km.

In alternativa si può raggiungere partendo dal centro abitato di Antonimina. Da qui il tragitto, andata e ritorno, è di circa 11 Km e si percorre in 6 ore. Difficoltà medio-alta.

  1. Nonostante i miei studi classici, non sapevo proprio dell’origine grecanica (quindi con radici greche) della parola aspro. Ho sempre pensato ad Aspromonte come un territorio irto, aspro!
    MI segno i percorsi, noi adoriamo i trekking con vista mare!

    1. È la stessa cosa che mi ha detto mio marito, anche lui con studi classici. Ma il grecanico è un misto fra greco antico e dialetto locale. Escursione facile ma di grande soddisfazione!

      1. Una zona davvero fantastica questa,che conosco a menadito, visto che mio padre è nato lì vicino!

        Mi hai fatto venire una gran voglia di tornare e di scorazzare su quei percorsi che in tarda primavera si tingono del colore giallo delle ginestre. E che profumi.poi …

  2. Che paesaggio straordinario! Non conoscevo i Tre Pizzi, come ahimè non conosco la Calabria ma grazie al tuo blog ne sto apprezzando ogni sua sfumatura: quanta natura che c’è!

  3. Devo girare questo articolo a mia cognata che stava cercando proprio delle escursioni da fare in zona quest’estate in zona di Reggio Calabria! Grazie mille per lo spunto.

  4. Ma che bella questa zona, non la conoscevo affatto. Talmente suggestiva grazie alle tue foto che mi è sembrato di trovarmi davvero lì.

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