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La pianificazione autunnale: rallentare diventa una strategia

la pianificazione autunnale deve essere gentile e a somiglianza del comportamento della natura
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Cammino sulla mia collina quasi ogni giorno, ormai da diversi mesi. È diventato un rituale. Che fa bene sia al mio corpo che alla mia mente.

Passo dopo passo osservo con attenzione i cambiamenti costanti che la natura fa giorno dopo giorno. Ciò che osservo non è mai uguale al giorno prima.

Ho iniziato a camminare a febbraio e questo è il primo autunno in cui lo faccio con costanza. Le giornate si accorciano gradualmente, sempre di più. La luce diventa più morbida e un po’ struggente, il sole più tiepido sulla pelle. Le foglie ogni giorno hanno una gradazione di giallo e arancio diverso. Tutti processi lenti, ma costanti.

La natura si sta preparando all’inverno. Gli uccelli sentono il richiamo della partenza verso climi più miti, gli animali immagazzinano cibo.Tutto avviene seguendo un metodo naturale, senza frenesia. È la saggezza che li guida.

La natura sembra suggerirci di immagazzinare quanta più luce e calore possiamo, per conservarli dentro di noi. Sembra invitare a raccoglierci. Un desiderio di tisana calda, di coperta morbida, di spazi intimi e accoglienti.

Eppure la nostra vita ci spinge a fare l’opposto.

Corriamo a settembre come a maggio, districandoci fra impegni e to do list infinite. Ma il il nostro corpo non fa parte anch’esso della natura? Perché non seguiamo quegli stessi cicli naturali che osserviamo intorno a noi? Perché non capiamo che è impossibile mantenere la stessa energia, la stessa velocità, la stessa capacità produttiva in tutte le stagioni?

Arriviamo alle feste natalizie esauste, con la sensazione di non aver mai rallentato, di aver corso costantemente, perdendo sempre qualcosa lungo il cammino.

Solo quest’anno, che sto osservando davvero la natura, capisco l’insegnamento che ci trasmette con il suo esempio. Non è pigrizia rallentare in autunno. È intelligenza.

Ecco allora che mi viene da accostare al termine pianificazione, la parola gentile.

La pianificazione gentile: che cos’è, davvero

La pianificazione gentile non è l’opposto della pianificazione. Non significa smettere di avere obiettivi o abbandonare le nostre strategie. Significa riconoscere che ogni stagione ha un’energia diversa, e che le nostre agende dovrebbero riflettere questo, non ignorarlo.

In autunno, quando la luce diminuisce e tutto intorno si prepara al riposo, la pianificazione gentile ti chiede:

  • “Invece di riempire la tua agenda come faresti in primavera, cosa succederebbe se ti concentrassi su poche cose che contano davvero?”
  • Cosa succederebbe se, per una volta, pianificassi non contro il ritmo naturale della stagione, ma insieme ad esso?

L’autunno è il momento per fare un piccolo bilancio. Per capire cosa ha funzionato nei mesi precedenti e cosa no, e scegliere cosa vuoi portare con te nei prossimi mesi più lenti. È il momento per distinguere tra ciò che è veramente importante e ciò che è solo rumore.

Anche gli alberi, in autunno, lasciano cadere le foglie. Non per debolezza, ma per sopravvivenza. Sanno che non avranno abbastanza luce e nutrimento in inverno per mantenere tutto e rinunciano alle foglie. Concentrano l’energia su radici e fusto. Sull’essenziale, per tornare poi a far crescere nuove foglie e rifiorire. Noi dovremmo fare lo stesso. Senza sentirci in colpa se non riusciamo a fare tutto, come se fosse colpa nostra non riuscire a nutrire l’intero albero mentre le radici sono già al limite.

Scoprire ciò che è essenziale e lasciar andare il resto

All’inizio dell’autunno, prima ancora di riempire il planner con impegni e scadenze, è importante quindi farsi queste domande:

  • Su cosa voglio davvero concentrarmi da qui a fine anno?
  • Cosa posso potare? Quale impegno sta sottraendo linfa alle mie radici? Quale relazione, quale abitudine, quale progetto non mi serve più?”

Lasciare andare non è fallire. È fare spazio. Spazio per quello che già c’è e sentiamo che ci fa bene. Spazio per quello che ancora non c’è e potrebbe venire.

Spazio solo per quello che scegli di fare.

Questo trasforma il planner da un semplice elenco di cose da fare ad azioni mirate per portare avanti ciò che è importante.

Per questo nella mia Agenda My 2026 ci sono esercizi come la Ruota della vita e l’Ikigai che ti aiutano a scoprire cosa conta davvero per te. Di solito consiglio di farli sia prima dell’inizio dell’anno che durante le vacanze estive, proprio in preparazione della pianificazione autunnale.

Se sei interessata a capire più a fondo come funzionano questi strumenti, puoi leggere il mio articolo sull’Ikigai:

In autunno, pianificare significa anche proteggere il tuo tempo di riposo. Significa dire no a impegni che ti portano lontano da quello che hai scelto come priorità. Significa riconoscere che il riposo non è una ricompensa che devi guadagnare, ma una risorsa che devi proteggere attivamente.

Oltre l’autunno: una pianificazione ciclica per tutto l’anno

Se tutto ciò ti risuona, ricordati che una pianificazione intelligente non è una pianificazione che funziona tutto l’anno allo stesso modo, ma una che si adatta ai cicli naturali.

Primavera, estate, autunno e inverno richiedono approcci diversi. Quando inizi a pianificare in armonia con le stagioni, il tuo anno non è più una corsa costante verso la fine. È un ciclo consapevole, dove ogni periodo ha il suo scopo, la sua energia, i suoi insegnamenti.

L’insegnamento dell’autunno

La crescita vera avviene nelle radici, nell’interiorità, nei momenti in cui scegliamo di nutrire l’essenziale dentro di noi.

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