Vedere l’alba sull’Altopiano di Dieng a Java è stata una delle esperienze più belle che ho vissuto nella mia vita di viaggiatrice.
Mi trovavo in Indonesia da sola. Il mio primo viaggio transoceanico in solitaria che rimarrà per tanti motivi un capo saldo della mia vita. Tante le emozioni, le storie e gli aneddoti da raccontare. Tante le prime volte. Prima di tutto la mia prima volta con l’Oriente che ha avuto poi un ruolo fondamentale nella mia vita da lì in avanti.
Fu un viaggio anche difficile, la mia prima volta on the road in un paese molto lontano, con solo volo e due notti prenotate. Tre settimane all’avventura con tutte le difficoltà che ciò comporta.
Anche arrivare a Dieng non fu facile. Fuori dalle rotte tradizionali del turismo, per di più in anni in cui in Indonesia il turismo era in crisi per gli attentati terroristici.
Allora parlavo pochissimo inglese e, comunque, a poco serviva quando ci si spostava dai luoghi più turistici.
Capii che sarebbe stato difficile arrivare a Dieng già dalla stazione degli autobus di Borobudur. Nessuno capiva dove volevo andare e, quando finalmente, dopo infinite discussioni fra passeggeri e autisti, mi trascinarono letteralmente sul primo autobus, non ero nemmeno certa che avessero capito quale fosse la mia destinazione.
Almeno 5 pulmini dopo, un gran numero di passeggeri che avevano voluto assolutamente scambiare due chiacchiere con me, tante offerte di cibo conosciuto e no, polli vari schiamazzanti sotto ai sedili, arrivai miracolosamente a Dieng. Avevo impiegato circa 6 ore per fare 85 chilometri!
Non fu facile nemmeno accettare la camera nell’unico “albergo” aperto al costo di due dollari. Senza il bagno privato che, pur con tutta l’adattabilità che occorre in viaggi di questo tipo, non mi è mai andata a genio.
Nonostante tutto ciò, rimane però una delle esperienze più belle mai fatte.
Sono partita alle 4 del mattino dall’albergo con la guida che mi aveva affidato l’albergo. In cielo solo una falce di luna sottile che non riusciva ad illuminare nulla. Proseguivo solo grazie ad una piccola torcia che mi ero portata con cui illuminavo il sentiero sotto ai miei piedi per non inciampare. La guida, davanti a me, camminava con passo sicuro senza bisogno di una torcia. Come se quei sentieri ce li avesse impressi nella mente e nei piedi.
Il silenzio era surreale, camminavamo senza vedere nulla intorno a noi. Nessun desiderio di comunicazione da parte sua. Dentro di me emozioni contrastanti fra curiosità, adrenalina e timore.
All’improvviso, alle 4.30, iniziarono i richiami dei muezzin. E così, ciò che sempre mi aveva svegliato da che avevo messo piede a Java, in quella notte mi fece compagnia.
Il loro canto nelle orecchie ed il cielo stellato sopra di me negli occhi, tutto intorno buio. I timori passarono e mi invase solo una profonda quiete per tutto il resto del cammino.
Arrivammo in cima al monte Gunung Sikunir che era ancora buio. La guida mi invitò a sedermi su una roccia con un cenno del capo. Intorno a me intravidi a fatica altre tre persone. Rimanemmo lì fermi ed in silenzio, dentro di me un senso di attesa di chissà quale meraviglia.
E la meraviglia non si fece attendere, rinnovandosi di attimo in attimo man mano che il sole sorgeva.
Prima, delle strisce di arancio infuocato fra quelle che sembravano nubi leggere con la terra ancora sommersa nel buio. Poi la luce che toglieva gli occhi dall’oscurità e gli mostrava un paesaggio completamente ricoperto di nebbia con le sole punte dei tre vulcani a svettare sopra al manto bianco.
E poi il dissiparsi della nebbia che volava in cielo come tanti piccoli geyser. Ed infine la meraviglia più grande: un paesaggio incredibile illuminato a giorni in tutto lo splendore dei suoi colori.
L’alba più bella della mia vita.
D’altronde Dieng significa “dimora degli dei” e non c’è da stupirsi che gli antichi l’avessero scelta per viverci.
Dieng è un altopiano vulcanico ancora attivo che in realtà è la caldera di un antico vulcano crollato. Intorno ci sono ripidi versanti che i contadini hanno terrazzato con i loro orti.
Dalla cima del Sikunir nei giorni di sereno, oltre ai tre vulcani nelle vicinanze, si arriva ad abbracciare con lo sguardo anche il vulcano Merapi che dista quasi 700 Km!
Intorno tanti laghi di cui il più particolare è il Telaga Warna con le sue acque incredibilmente turchese.
La passeggiata dalla cima del monte proseguì per altre due ore fra bellezze naturali ed innumerevoli piccoli templi disseminati qua e là.
L’esperienza all’altopiano di Dieng a Java è per me uno dei ricordi di viaggio più belli!