Borobudur, una delle meraviglie archeologiche del sud est asiatico insieme a Bagan in Myanmar e Angkor Wat in Cambogia, non è altrettanto conosciuto.
Eppure è il tempio buddista più grande del mondo. Si trova sull’isola di Java in Indonesia, ed è stato dimenticato per secoli sepolto da ripetute colate laviche e da una fitta foresta. Questi anni di oblio rendono la sua storia molto affascinante. Così come il non sapere ancora tanti dettagli sulla sua origine.
Oggi, è il monumento più visitato dell’intera Indonesia ed è l’orgoglio della popolazione javanese dato che testimonia la grandezza del loro passato, in confronto al presente.
Visitandolo all’alba o al tramonto, quando una luce particolare illumina le sue tante stupe e statue del Buddha, non si può non subirne il fascino.
Dove si trova
Borobudur si trova a circa 40 Km a nord-ovest di Yogykarta. Gli studiosi pensano che la scelta del luogo in cui è stato eretto non sia frutto del caso. È stato infatti costruito su un’area elevata tra due coppie di vulcani gemelli, il Sundoro-Subing e il Merbabu-Merapi e tra i due fiumi, il Progo e l’Elo, la cui confluenza ricorda quella dei fiumi Gange e Yumna ritenuti sacri dall’induismo. La zona è soprannominata “il giardino di Giava” per il suo terreno particolarmente fertile.
Il tempio di Borobudur, si presenta come una grande piramide o montagna.
Borobudur è costruito diversamente da come venivano di solito eretti templi di questo tipo. Non venne infatti costruito su una superficie piana, ma sopra una collina naturale. Non avendo spazi interni e con una forma che ricorda quella delle piramidi, inizialmente si pensò che Borobudur fosse una stupa anziché un tempio.
La meticolosa complessità della struttura di Borobudur fa però pensare che sia nato come tempio.
Il tempio ha una base di ben 123 x 123 metri ed un’altezza di 35 metri e poggia su circa 1.600.000 colossali blocchi di pietra!
È costituito da nove piattaforme sovrapposte, sei quadrate e tre circolari, sormontate da una cupola centrale. È decorato con 2.672 pannelli in rilievo e 504 statue di Buddha. La stupa centrale è circondata da 72 piccole stupe a forma di campana, ognuna con un traforo e una decorazione diversa.
All’interno di ogni stupa c’è una statua raffigurante il Buddha seduto nella posizione del loto. Alla prima occhiata le statue sembrano tutte uguali, ma guardandole bene, ognuna ha un particolare diverso, per esempio nella posizione delle mani.
Delle 504 statue che c’erano in origine, ne mancano 43. Inoltre più di 300 sono danneggiate. In particolare mancano le teste, acquistate soprattutto dai musei occidentali dopo la scoperta del tempio.
Visto dall’alto, ha la forma di un gigantesco mandala buddista tantrico, che rappresenta contemporaneamente sia la cosmologia buddista che la mente umana.
Le tre divisioni del monumento simboleggiano i tre “regni” della cosmologia buddista:
- Kamadhatu (il mondo dei desideri),
- Rupadhatu (il mondo delle forme)
- Arupadhatu (il mondo senza forma).
Le persone, legate ai loro sensi, vivono nel livello più basso, il regno del desiderio. Coloro che sono riusciti a distaccarsi dai desideri, sono passati al livello della forma: vedono le forme ma non ne sono attratti. Infine, chi è riuscito a raggiungere il nirvana, l’illuminazione, ha oltrepassato anche la forma sperimentando la realtà al livello più puro.
I fedeli stessi, che visitano il tempio, sono guidati dal sistema di scale e corridoi dal basso fino alla piattaforma superiore. È la pradaksina, il rito induista e buddhista della circumambulazione compiuta dai fedeli che si muovono in senso orario mantenendo il santuario alla loro destra per manifestare la venerazione ad una divinità.
I bassorilievi di Borobudur ci hanno insegnato tanto dell’antica Giava dell’VIII secolo, perché raffigurano tante scene di vita quotidiana. C’è la vita dei componenti della corte che si svolgeva nel palazzo: i reali e la loro famiglia, i cortigiani, i nobili, i soldati ed i servi. Ma c’è anche la vita della gente comune nel villaggio, dei sacerdoti e degli eremiti. Attraverso i bassorilievi possiamo vedere i templi, mercati, il cibo, la flora e la fauna! Una miniera inestimabile di informazioni!
Durante gli scavi di Borobudur, gli archeologi hanno scoperto pigmenti colorati di blu, rosso, verde, nero e frammenti di lamina d’oro. Ciò ha fatto pensare agli studiosi che, anticamente, Borobudur fosse dipinto con colori vivaci.
La storia di Borobudur
Non esistono testi che testimonino gli anni esatti di inizio e fine costruzione del tempio, né i motivi precisi della sua costruzione. In base a vari elementi di interpretazione si stima che la costruzione iniziò nell’800 D.C.
La dinastia che regnava in quei giorni, quella di Sailendra, era molto potente ed il loro regno si estendeva fino al sud della Thailandia, alle Filippine e a parte della Malesia.
I Sailendra erano conosciuti come ferventi cultori del Buddhismo, ma in quel periodo vennero eretti anche diversi templi indù. Dello stesso periodo è infatti la costruzione dell’importante tempio induista Shiva Prambanan.
Allo stesso modo alcuni re di fede indù, permisero la costruzione di templi buddhisti. Si pensa quindi che in quegli anni le due religioni convivessero senza alcun conflitto.
Secondo le stime, ci vollero 75 anni per terminare la costruzione di Borobudur. Ciò avvenne durante il regno di Samaratungga nell’825. Il tempio fu utilizzato però per meno di 200 anni. Si pensa infatti che intorno all’anno 1000 i villaggi dell’area ed il tempio furono abbandonati. Non si conosce la causa precisa ma si pensa che possa essere legata a diversi terremoti che si verificarono in quell’area. Il tempio è stato ricoperto dalle ceneri vulcaniche e la giungla è cresciuta rigogliosa, nascondendo Borobudur per secoli
Il tempio di Borobudur fu menzionato diverse volte in alcuni documenti fino al 1300 circa, ma la sua esistenza fu tramandata nel corso dei secoli solo attraverso i racconti popolari. Ricompare infatti in alcuni scritti del 1800 dove però si accenna non più alla sua grandiosità ma sempre più alla sfortuna e a storie di superstizione. Tanto che una visita al monumento era considerata tabù e fonte di sventura.
Nel 1811Java fu conquistata dagli inglesi che la assegnarono al governatore Thomas Stamford Raffles che era molto interessato alla storia locale e all’archeologia. Venuto al corrente della storia del tempio a forma di montagna impiegò ogni mezzo a sua disposizione per scoprirne la collocazione. Dopo alcuni mesi di disboscamento e scavi riuscì ad individuarlo completamente ricoperto di terra. Servirono circa quarant’anni per riportarlo alla luce.
Nel 1872 fu scattata la prima fotografia. Nel corso degli anni seguenti ha poi subito importanti lavori di conservazione e restauro anche grazie ai fondi messi a disposizione di altri paesi. Alla fine del restauro, nel 1991 Borobudur è diventato Patrimonio Unesco dell’Umanità.
Già comunque a partire degli anni 70′, Borobudur è tornato ad essere un centro di culto e meta di pellegrinaggio per i buddhisti. I buddhisti indonesiani hanno salutato la riscoperta e la ricostruzione di Borobudur come il segno della rinascita buddista in Indonesia.
Ogni anno, durante la luna piena di maggio o giugno, i buddisti in Indonesia osservano il giorno di Waisak (Vesak o Wisaka in Thailandia) per commemorare la nascita, la morte e il momento in cui Siddhārtha Gautama raggiunse la più alta saggezza per diventare il Signore Buddha.
Negli ultimi anni Borobudur ha dovuto affrontare tante altre avversità a causa di eruzioni vulcaniche, attentati ad opera dell’Islam e usura dei percorsi di pietra dovuta alla troppa affluenza turistica, ma rimane comunque un sito archeologico meraviglioso. Uno di quelli da vedere almeno una volta nella vita!
Come arrivare a Borobudur
Per arrivare a Borobudur ci sono due opzioni. Anche se molto diversi fra loro, i prezzi sono comunque molto abbordabili. Quindi la valutazione è da fare soprattutto in base al tempo che si ha a disposizione.
1 – In autobus dalla stazione dei bus Jombor nella parte nord della città di Yogyakarta raggiungibile con le linee di autobus 2A e 2B. Gli autobus partono ogni ora dalle 6 del mattino alle 16 del pomeriggio. Mentre per il ritorno da Borobudur l’ultima corsa è alle 15. La corsa dovrebbe durare circa un’ora ma ci vuole una certa elasticità perché gli imprevisti sono dietro l’angolo! Il costo del biglietto è di circa 30.000 rupie (circa 2 €). Viaggiare in bus offre uno spaccato a contatto con la popolazione locale che cercherà in tutti i modi di comunicare con voi. Io ho scelto questa opzione ed è stata un’esperienza nell’esperienza. Bisogna però essere pronti a stare spesso stipati in allegra compagnia di persone e, a volte, qualche gallina!
2 – In Taxi o con un driver privato. Il costo si alza ma si arriva molto più in fretta. Potete trovare entrambi a Yogyakarta, per strada, soprattutto vicino alle stazioni, ma anche chiedendo in albergo o anche direttamente in aeroporto. I costi lievitano fino a circa 200.000 rupie (12 € circa), ma come in tutto il sud-est asiatico, chiedete a più persone per farvi un’idea precisa.
3 – Con un tour organizzato che potete prenotare nelle tante agenzie presenti a Yogyakarta.