Calasetta, il borgo bianco e azzurro

Calasetta

Passeggiando per Calasetta, non si ha proprio la sensazione di essere in Sardegna. Certo c’è il mare turchese ed il cielo terso tipico di questa regione, ma il borgo presenta colori tipici delle Cicladi greche.

La chiamano anche “la bianca” perché bianco è il colore predominante delle case del borgo, ma anche l’azzurro è molto presente nei profilo di case e chiese. Oltre che in cielo e mare.

Calasetta si trova sull’Isola di Sant’Antioco che isola in realtà non è più perché è collegata alla terra sarda da una lunga strada. Il borgo è posto sulla punta settentrionale, protesa sul mare.

Calasetta ha una storia particolare. Abitata infatti fin dalla preistoria, con insediamenti nei secoli di fenici, punici e romani, a partire dal medioevo è stata poi perlopiù abbandonata, come altre zone sarde. Tanto che il re Carlo Emanuele III di Savoia, aveva avviato una propaganda di ripopolamento dell’intera Sardegna. La cosa insolita è che venne domandato il permesso di abitarla da un gruppo di liguri che però non arrivavano dalla Liguria, ma erano emigrati da 200 anni nell’isola tunisina di Tabarka per lavorare nella pesca del corallo. Proprio per questo la popolazione di Calasetta si definisce Tabarchina e l’idioma che si parla è il Tabarchino, un misto di dialetto ligure e arabo.

Ancora oggi, alcuni nomi delle vie sono scritti sui cartelli sia in italiano che in tabarchino.

Il gruppo ligure arrivato dalla Tunisia si divise fra l’Isola di San Antioco e quella di San Pietro. Costruendo sulla prima Carloforte e, sulla seconda, Calasetta. Su quest’ultima si insediarono 38 famiglie.

Ad essi si aggiunsero poco dopo una comunità di piemontesi che non ebbe però successo. Infatti rimasero in pochissimi che si integrarono con i liguri. Portarono qui però la coltivazione del vino tramandandone le tecniche. Ancora oggi si produce il famoso “Carignano del Sulcis”. Che affianca la tradizione marinara di pesca del gruppo genovese.

Pur essendo ancora molto forte, l’identità ligure, è stata comunque contaminata dall’influenza sarda, sia nel linguaggio che nelle tradizioni.

Il piccolo borgo si estende dal bordo del mare fin sulla collina ed è diviso in due quartieri chiamati “Torre” (per la presenza dell’antica torre di guardia sabauda) e “Marina”.

Via Roma, che li congiunge e taglia a metà l’abitato, è la via da percorrere, quella su cui si affacciano le palazzine più belle.

Alcune sono veramente graziose con particolari sfiziosi, cornici e balconcini.

Ma vi consiglio anche di perdervi fra i vicoli laterali. Alcuni hanno infatti incantevoli scorci sul mare.

Scorci sul mare da Calasetta

La bellezza di Calasetta non sta solo nel proprio abitato, ma nello scenario naturale in cui si affaccia: la sua bellissima costa. A ovest composta da alte scogliere, ad est da zone più basse e sabbiose.

La costa rocciosa nei secoli, ha subito tre grandi fratture che hanno aperto fra le scogliere tre bellissime spiagge: Spiaggia Grande (o Porto Maggiore), la più estesa, Salina, con le sue dune morbide e la pineta, e Sottotorre, circondata da alte scogliere ricoperte da fitta vegetazione.

Sulla costa rocciosa a sud, si trova la “Scogliera di Mangiabarche” così chiamata perché vi andavano a sbattere, per via delle correnti, tantissime barche dei pescatori. Subito di fronte c’è lo “Scoglio del Pescatore” sul quale si erge il piccolo faro ad ammonire i naviganti.

Un altro capolavoro della natura è senza dubbio Il “Nido dei Passeri”, chiamati così per la quantità di uccelli che la popolano. Una lunga scogliera a strapiombo sul mare, alta 20 metri. Di fronte due faraglioni che emergono dal mare, anch’essi chiamati “Nido dei Passeri”. Impropriamente, secondo la leggenda scritta da Bruno Rombi, scrittore originario di Calasetta recentemente scomparso.

La leggenda di Moloch e Balahan

Narra la sua leggenda che il giovane Olokons, commerciante fenice di seta, partiva per lunghi viaggi verso la terra sarda alla ricerca del bisso, una seta naturale ricavata dalla schiuma prodotta dalle gnacchere, molluschi di cui è ricca questa zona. La sua promessa sposa Balahan lo attendeva filando la seta. Un giorno il giovane non fece ritorno e così Balahan, disperata, partì per mare a cercarlo. Ma Tanik, Dea dell’amore, la voleva come sacerdotessa per sé. La giovane, era però talmente innamorata che rifiutò per continuare la ricerca dell’amato, scatenando così l’ira della Dea. Moloch, suo sposo malvagio, fu però così commosso dal gesto della giovane, che decise di proteggerla. Nel peregrinare però la giovane venne sorpresa dalla tempesta. Invocò il suo protettore, ma questi non arrivò in tempo. La giovane morì e la sua veste di seta si si strappò. I lembi si assottigliarono sempre di più fino a diventare sabbia bianchissima che si insinuò fra le rocce formando le spiagge di Sant’Antioco. Da queste cale di seta prese il nome Calasetta. Moloch arrivò poi a raccogliere il corpo di Balahan per riportarla nella sua terra, ma un Dio sardo glielo impedì, folgorandoli e trasformandoli nei due faraglioni che sono quindi i “Faraglioni di Moloch e Balahan”.
Se vi interessa potete ascoltare la leggenda di Moloch e Balahan dalla voce dello scrittore accompagnati dalle immagini di Calasetta.

Le feste tradizionali di Calasetta

A Calasetta si svolgono anche feste tradizionali molto suggestive.

La più famosa è la “Festa di San Giovanni Battista”, dove riti pagani e religiosi si intrecciano. Dai tempi antichi, nella notte tra il 23 e 24 giugno, era tradizione che a Calasetta venissero accesi grandi falò in tutta la zona per illuminare i sentieri a chi andava in cerca di erbe che avevano virtù benefiche. Quella notte era considerata una notte di cose inusuali. Parlavano gli animali e l’acqua risaliva dai pozzi, si scopriva come guarire il malocchio e altre malattie e ci si poteva far predire il futuro. Quando un ragazzo voleva dichiararsi ad una ragazza, saltava insieme a lei le braci rimaste del falò e poi le buttava nel seno una manciata di chicchi di grano, sale e prezzemolo tritato. Ancora oggi si accendono tanti falò intorno ai quali la popolazione canta e danza.

Il giorno di Ferragosto c’è invece la “Sagra del pesce” dove poter gustare pesce fresco innaffiato dal vino locale.

Anche la cucina tipica di Calasetta riflette la sua strana storia e la miscellanea di elementi liguri, sardi e tunisini. Troviamo quindi piatti a base di tonno, alla cui pesca i tabarchini si dedicano da sempre, accanto a contorni di ceci.

Una giornata nelle sue splendide spiagge, una passeggiata nel borgo ed una cena nei tanti ristoranti. Insomma, una visita da queste parti vi lascerà sicuramente appagati!

  1. Un paese semplicemente stupendo… Pensavo fosse in Grecia all’inizio. L’Italia riesce sempre a stupirmi non solo per la sua bellezza ma per le storie complesse che si nascondo anche dietro a piccoli paesi come questo.

  2. La Sardegna!!!! Che bella! L’ho girata un pochino tanti anni fa, tornerò prima o poi e questo paese sarà sicuramente nei miei itinerari. Tra l’altro, a prima vista, mi ha ricordato tantissimo Santorini

  3. E’ una zona della Sardegna che amo molto: la trovo genuina e pura. Non conoscevo la leggenda! Molto bella e romantica. Me la ricorderò.

  4. Che meraviglia che è questo paese. Non lo conoscevo ma amando il mare della Sardegna e i borghi della Grecia direi che questo è il connubio perfetto.

  5. Wow che bello questo paese! Ho due amiche che abitano in Sardegna una a Sud e una più a nord. Magari una di loro mi ci porta un giorno. Molto affascinante anche la leggenda. Adoro quanto un luogo è avvolto dal mito e da storie popolari. Diventano ancora più intriganti! 🙂

    1. Dal Sud si raggiunge facilmente!
      Anch’io cerco sempre di scovare almeno una leggenda dei luoghi che visito!

  6. Sono stata l’anno scorso in Sardegna, una terra unica e bellissima. Sicuramente tornerò e includerò Calasetta nell’itinerario. Inoltre adoro le leggende dietro ai luoghi, li trovo sempre molto interessanti!

  7. Adoro questi borghi così bianchi e azzurri, soprattutto se si trovano sul mare! Mi piacciono da impazzire, mi regalano gioia e serenità! Mi salvo l’articolo perchè penso proprio che questo meriti, chissà magari nei prossimi anni riuscirò a vederlo!

  8. Quanti posti splendidi ci sono in Italia. Mi stupisce sempre il fatto che molto spesso le mete più interessanti siano quelle le cui storie si intrecciano alla leggenda. Grazie per averla raccontata????

    1. L’Italia possiede davvero infiniti tesori. C’è un concentrato di bellezza! Anch’io adoro legare i luoghi alle loro leggende!

  9. Ti ringrazio di avermi fatto conoscere questo posto stupendo. Leggendo il tuo articolo sono stata completamente rapita dalla sua bellezza e mi è venuta voglia di vederlo. Quando sarà possibile voglio andarci!

    1. Se non sei mai stata in Sardegna devi proprio rimediare! È una terra splendida con infinite bellezze naturali. E, come vedi anche qualche borgo molto carino! Se puoi evita l’alta stagione perché negli altri mesi te la puoi godere molto, ma molto, di più!

  10. L’estate dopo la maturità andavo quasi tutti i sabati a ballare a Calasetta. Ricordo anche una notte di ferragosto a Spiaggia Grande…quando ancora si potevano fare i falò in spiaggia. I vicoli, come dici, offrono deliziosi scorci sul mare. Mi manca Mangiabarche e non conoscevo la leggenda del bisso, su cui qualche anno fa ho visto un documentario dedicato a Chiara Vigo di Sant’Antioco.

    1. Ciao e benvenuta qui!
      Vedo che sei pratica del luogo! E1 una zona che a me è piaciuta davvero tanto e ci tornerei anche volentieri per esplorarla ancora meglio!

  11. Molto belle le fotografie. Questo borgo fa pensare alla Grecia con questi colori, chi l’avrebbe detto che ci fosse un posto così in Sardegna?!

      1. È proprio vero : quando si viaggia non si dovrebbe avere preconcetti e questo borgo lo dimostra . Uno spaccato di una Sardegna diversa , tutta da scoprire e da fotografare

  12. Ciao Federica, ti seguo da quando vivevi in Cina. Hai aperto questo accuratissimo blog, come poteva essere altrimenti? Ma non avevo capito che fossi tu, poi curiosando nel tuo blog ho capito e mi fa piacere ritrovarti anche qui. Come sta il piccolino? Ormai sarà un ometto!
    Calasetta è una delle mie destinazioni di quest’anno e terrò a mente il tuo post. A si biri

    1. Ciao Speranza (ti ho sempre conosciuto così, ma non so se sia il tuo nome!)! Che piacere ritrovarti!
      Il blog della Thailandia è ancora online, ma ormai ci scrivo solo ogni tanto e sempre sulla Thailandia. Continuo invece a far parte di Amiche di Fuso dove scrivo mensilmente. Era tempo di nuovi progetti! Sono contenta che questo nuovo blog ti piaccia!
      Gli ometti nel frattempo sono due che ora hanno 12 e 8 anni! Impegnativi entrambi, ma tutto bene!
      A presto allora!

  13. Che meraviglia questo borgo. Sembra un mix tra Santorini e Marzamemi. Le feste sarde poi arricchiscono il territorio. Mi hai dato davvero un ottimo spunto per quest’estate. Grazie.

  14. Avrei scommesso fosse in Grecia, ed invece spunta la Sardegna. Che riesce ancora una volta a stupirmi. Mi è piaciuto molto leggere la leggenda di Moloch e Balahan, sono sempre molto affasciate da questi vecchi racconti della tradizione! Post molto interessante.

  15. Vedendo le foto di questo borgo non ho potuto fare a meno di notare la perfezione degli intonaci e dei muri esterni e già per questo mi ispira! Non ho ancora avuto modo di esplorare bene la Sardegna ma sicuramente mi fai venire voglia!

  16. Dall’immagine di copertina avrei detto si trattasse di un piccolo borgo in Grecia, invece scopro che si trova in Sardegna! Speriamo allora che presto la Sardegna ritiri il divieto di far sbarcare solo sardi

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